Venerdì dalle 19.30 alle 22.30
Periodo: da ottobre a giugno
Inizio corso: 17 ottobre 2026
Sede di Monza
Costo: € 990
Pagamento rateale:
iscrizione + 6 rate tramite RID a novembre, dicembre, febbraio, marzo, aprile, maggio
Sconto del 15% per chi effettua il pagamento in soluzione unica
Il laboratorio ha come punto d'inizio il mondo UBU di Alfred Jarry (Ubu Re, Ubu Cornuto, Ubu Incatenato, Ubu sulla Collina). L'intento è quello di approfondire i temi delle opere, in qualche modo fonderle tra loro e gli allievi e stare a guardare cosa ne scaturisce.
Si può tranquillamente dire che Jarry attraverso UBU tiri la cordicella di uno sciacquone sulla testa del teatro borghese, facendo gorgogliare la modernità a colpi di "merdre!”. Lo stesso vogliamo questo laboratorio. Vitalità, Irriverenza, Fame, Identità, Rabbia. Tirare lo sciacquone in testa ai canoni, ai perbenismi, ai buonismi e ai pizzi troppo in ordine. Macchiamoli, macchiamoci della nota macchia. “Via, via maledetta macchia!” dice Lady Macbeth in preda a furia e tormenti. Noi no. Noi la vogliamo la macchia. La vogliamo per scrollarcela di dosso come una briciola sulla pancia, nel caso. La vogliamo per poterla guardare, come una piccola coccarda, dire "merdre!" e farcene altre di macchie.
“Ubu Re” debutta nel 1896. Un fiasco. Stesso anno di debutto di “Il Gabbiano”. Altro fiasco. È particolare e interessante che quelli che saranno poi due dei capisaldi del teatro mondiale e che diventeranno capitani di due delle correnti fondamentali della poetica teatrale, ovvero l'iper-realismo cechoviano e il patafisico mondo surrealista e folle di Jarry nascano con un fiasco.
Prendiamo quindi i cocci e i brandelli dei reietti e trasformiamoli in rivoluzionari teatrali. Proprio come Jarry. Ribaltiamo gli schemi e il mondo attraverso gli Ubi.
RIOT: rivolta, sommossa, tumulto. Esplosione collettiva di disordine pubblico, spesso violenta, in cui un gruppo di persone si solleva contro l’autorità, l’ordine costituito o una situazione percepita come ingiusta. Riot è quando il corpo non riesce più a stare zitto. È quando la scena scoppia. È quando il gesto rompe la forma e si fa urlo, corsa, verità.