TESTE MOZZE - PaeSaggi Teatrali

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sala Picasso

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News Lo spettacolo

Teste mozze è una costruzione drammaturgica basata sul teatro nel teatro: la compagnia dei “Senza un venerdì”, costituita da personaggi dalle fragili menti fessurate dalla follia, recita personaggi ed avvenimenti della rivoluzione francese. Il tutto avviene sotto l’occhio esterno di una videocamera, che sorveglia e determina i limiti del campo d’azione e di parola degli attori, intervenendo all’occorrenza con una voce fuori campo.

Dunque due piani di realtà si sviluppano, s’intrecciano e a volte si sovrappongono al cospetto del pubblico: quello della patologia psicosomatica, che tenta di sprigionarsi per trovare libertà espressiva, e quello degli avvenimenti rivoluzionari seguiti al 1789, che tentano di liberare la società dalle catene del totalitarismo.

Il tema centrale è: in quale modo giungere ad una vera rivoluzione? Nel farsi dello spettacolo si contrappongono puntualmente due tesi: da una parte un sistema collettivo che incida sul corpo sociale e lo porti all’azione, dall’altra un sistema individuale, che goda sadicamente nello sfidare i limiti estremi del corpo fisico.

Un percorso didattico intensivo, dedicato dapprima alla costruzione dei personaggi del primo piano di realtà: la feconda follia; e poi alla tessitura del secondo piano di realtà: i personaggi e le situazioni sceniche della rivoluzione, con tutti gli interpreti sempre compresenti, impegnati in recitazione, movimenti coreografici e canzoni. Un’occasione offerta perché ciascun allievo potesse rivoluzionar sé stesso, addentrandosi in un territorio mai esplorato di sé. E poco importa se la rivoluzione sia o no arrivata a compimento, perché “…per quanto ci si affanni, il nuovo nasce soltanto tra goffi tentativi.”


PER COMPRENDERE MEGLIO LA STORIA

I fatti della rivoluzione francese rappresentati nello spettacolo riguardano in particolare il conflitto fra giacobini e girondini, divisi scenicamente in due squadre: i rossi e i blu.
I primi, tra i quali si distingue la figura di Jean-Paul Marat, puntavano sull’assemblea nazionale per farne una costituente e portare a compimento la rivoluzione come fatto nazionale, contando sul sostegno del popolo. I secondi, costituiti dalla borghesia provinciale e parte del clero, sostenevano un progetto più moderato, che allargasse il conflitto interno all’intera Europa.
E tuttavia, nessuna moderazione in quest’antitesi, tant’è che fu la girondina Charlotte Corday ad assassinare Jean-Paul Marat, ritenendolo il principale istigatore di quella giustizia sommaria contro gli oppositori politici eseguita a colpi di ghigliottina, che fu poi definita il periodo del Terrore.
La Storia, si sa, fece tabula rasa degli uni e degli altri, perché nel 1799 con un colpo di stato Napoleone divenne di fatto dittatore, proprio come la voce fuori campo del nostro spettacolo, che impone tempi e modi del gioco scenico.

Locandina

TESTE MOZZE - PaeSaggi Teatrali


saggio del corso intensivo adulti

con
Fabrizio Andrello
Luigi Bertacchi
Gianluigi Burburan
Magdalena Chudecka
Fabio Giofré
Giulia Mancigotti
Dario Marvulli
Nicolas Montemagno
Roberta Teruzzi

drammaturgia e regia
Sabina Villa

costruzione personaggio
Vanessa Korn

situazioni sceniche
Matteo Ippolito

movimento coreografico
Romina Contiero

assistente coreografica
Sarah Balasini

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